SEO semantica
Forlani Studio

Forlani Studio

Gli impatti positivi della ricerca semantica sulla SEO – SEO Semantica7 min read

La maggior parte delle aziende sembra sapere che la SEO sia parte integrante dei loro sforzi online, anche se non capisce completamente come funziona o come stia cambiando nel tempo. Devi sapere che la SEO esiste da decenni, ma è solo a partire dai primi anni 2000 che il gigante dei motori di ricerca, Google, ha preso misure per legarla alla user experience di chi naviga sul web. A tal fine, Google si è concentrato sul fornire una reattività rapida alle query di ricerca online, in modo da produrre risultati accurati, anche con parole sbagliate, frasi incomplete o frasi con una formulazione errata, creando così la SEO semantica.

La SEO del passato si basava su un rigido schema di parole chiave e, come risultato, webmaster e SEO effettuavano un’ampia ricerca di parole chiave, facendo il possibile per infilarle in ogni angolo dei propri siti web. Spesso venivano usate ed aggiunte parole chiave o frasi in luoghi strani e innaturali, rendendo il contenuto di pagine e articoli difficile da leggere, tant’è che a volte  non aveva nulla a che fare con il fine ultimo della pagina stessa: in pratica, i SEO scrivevano solo per Google, rendendo la navigazione degli utenti frustrante, visto che spesso e volentieri si trovavano davanti a contenuti che non facevano al caso loro.

Ma le cose stanno cambiando, perché si sta passando dalla SEO letterale alla SEO semantica.

SEO semantica: gli aggiornamenti dell’algoritmo di Google

A partire dal 2002, Google ha cominciato ad implementare una serie di aggiornamenti degli algoritmi e dei requisiti per ordinare e classificare i siti web. I webmaster che facevano eccessivo uso di link baiting (ovvero la creazione di link atti a portare traffico su un sito, anche con l’inganno) e keyword stuffing (ovvero ripetere in un testo la keyword da ottimizzare fino all’esasperazione), hanno dovuto cominciare a creare contenuti utili per l’utente, ovviamente se il loro intento era quello di apparire ai primi posti della SERP di Google.

L’enfasi sui contenuti user-friendly è continuata nel 2013, quando Google ha pubblicato l’aggiornamento dell’algoritmo “Hummingbird”, che ha cambiato il modo di interpretare le query di ricerca degli utenti del web. Invece di cercare parole e frasi identiche a quelle scritte nel box di ricerca, Google ha iniziato a porre l’accento sull’intenzione dietro una determinata query di ricerca.

Quindi, in sostanza, non era più necessario che le parole o le frasi corrispondessero esattamente, perché Google cercava all’interno dei siti web l’idea che stava dietro ad ricerca organica sul proprio motore di ricerca: le parole non dovevano nemmeno essere scritte allo stesso modo e l’ordine delle parole così come la struttura delle frasi non dovevano più corrispondere esattamente.

Questo aggiornamento è il risultato della consapevolezza che nella società odierna, in cui gli utenti web non vogliono digitare query di ricerca lunghe e correttamente formulate, si aspettano risultati istantanei e rilevanti.

Una componente importante dell’aggiornamento di Google Hummingbird si chiama RankBrain, un’intelligenza artificiale (AI) che permette alle macchine degli algoritmi di ricerca di Google di interpretare meglio le ricerche complesse e l’intento degli utenti dietro le loro ricerche.

Ed è questa nozione di intento che è alla base di quella che chiamiamo “ricerca semantica“.

SEO semantica: la ricerca vocale

Diverse innovazioni tecnologiche hanno contribuito a stimolare questa tendenza: la più notevole è la sofisticazione degli smartphone e la loro funzionalità di ricerca vocale. Con la funzione vocale, l’utente può pronunciare una parola chiave o una frase di ricerca nella barra di ricerca di Google sul proprio smartphone e la piattaforma mobile di Google traduce le parole pronunciate dall’utente in testo digitato.

Di conseguenza, sempre più utenti web fanno ricerche in modo più complesso e sofisticato, tant’è che usano proprio terminologia e frasi della conversazione verbale classica: in sostanza, le persone parlano in modo diverso da come digitano e Google lo ha capito.

SEO semantica: vantaggi delle ricerche semantiche

Quali impatti positivi sono derivati da questa nuova ricerca organica e dal nuovo posizionamento dei risultati in SERP?

Una ricerca più facile e intuitiva

Grazie a tutti i cambiamenti avvenuti in background, gli utenti del web si sono abituati ad un’esperienza di ricerca veloce, intuitiva e che produce risultati significativi. 

In passato, gli utenti dovevano provare diverse varianti di ricerca se i risultati non corrispondevano alle loro aspettative. Allo stesso tempo, i SEO dovevano determinare esattamente quali frasi i clienti avrebbero potuto usare e scrivere il contenuto dei siti web in base a quelle frasi, senza curarsi di quanto stranamente si adattassero alla situazione.

La ricerca semantica ha cambiato tutto, concentrandosi meno sulle parole specifiche o sul fraseggio e più sull’intenzione che sta dietro alla ricerca. E i SEO hanno dovuto cambiare le loro strategie per tener conto di questi tipi di risultati di ricerca.

Contenuto migliore

L’obiettivo di ogni aggiornamento dell’algoritmo è di migliorare l’esperienza di ricerca dell’utente. Grazie a “Hummingbird”, ora emergono i risultati di ricerca più rilevanti sulla base dell’intento dell’utente. Le persone inseriscono query di ricerca simili a come parlano e Google, tramite l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, fa comparire risultati basati su questa nuova sintassi di query di ricerca.

Con meno enfasi su parole chiave specifiche e sulla struttura formale delle frasi, il contenuto dei siti web – ora più che mai – deve essere di alta qualità. Parole chiave stranamente piazzate, frasi scritte con parole chiave scomode o keyword stuffing nel contenuto di un sito web non serviranno più a niente: per produrre i contenuti di alta qualità ora attesi, i content writer dovranno condurre una ricerca più approfondita sugli argomenti e scrivere in modo che il contenuto sia facilmente leggibile, attiri l’attenzione e offra un valore aggiunto.

Risultati di qualità

Grazie alla SEO semantica, le pagine dei risultati della ricerca sono (o almeno dovrebbero essere) piene di contenuti di alta qualità che rispondono accuratamente alla query originale. Per far sì che questo accada bisogna dare “risposte ricche“, che Google considererà di valore e le proporre sulle sue pagine dei risultati di ricerca (SERP), talvolta anche senza che l’utente clicchi su un link per visualizzarne il contenuto.

Quando gli utenti web ottengono le risposte che stanno cercando e le ottengono quasi istantaneamente, avranno ottenuto l’esperienza di ricerca migliore che esista. Questo, a sua volta, li convincerà a continuare a utilizzare Google per le loro ricerche online.

Migliore ottimizzazione del valore utente

La SEO semantica punta a dare il massimo valore agli utenti, rispondendo immediatamente alle loro reali preoccupazioni. I SEO ora devono spendere più tempo ad ottimizzare i contenuti dei loro siti web, in modo che risultino preziosi per gli utenti: in pratica, ora bisogna pensare di più a come gli utenti fanno le loro domande – non solo alle parole chiave che potrebbero usare, cosa molto difficile vista la complessità e l’imprevedibilità della mente umana. Quindi è meglio produrre contenuti di valore, così da poter intercettare il maggior numero di utenti potenzialmente interessati a ciò che si propone.

Meno enfasi sulle parole chiave

La ricerca di parole chiave è ancora importante per misurare la popolarità di alcune parole chiave, ma visto che la SEO semantica pone meno enfasi su di esse, non si può più basare l’intera strategia di posizionamento sulle keyword. I giorni in cui i siti web avevano bisogno di parole chiave esatte per farsi trovare sono finiti: ogni pagina del sito deve invece avere parole chiave specifiche, sinonimi, frasi perfettamente logiche e sensate dal punto di vista grammaticale e discorsivo, perché ora il nostro contenuto deve concentrarsi su ciò che l’utente vuole effettivamente.

Più flessibilità

L’allontanamento da frasi con parole chiave esatte offre ai SEO una maggiore flessibilità sui contenuti dei siti web. Con formulazioni alternative e sinonimi, i contenuti del sito possono essere più creativi, unici, genuini e, in ultima analisi, utili: in sostanza, i Content Writer non sono più obbligati a costruire contenuti atti semplicemente a spingere determinate parole chiave.

Il nuovo approccio semantico alla SEO va a vantaggio sia degli utenti che dei SEO che ottimizzano e scrivono contenuti per i siti web: i due elementi umani della macchina sono quindi portati ad una più stretta comprensione l’uno dell’altro, che ha senz’altro migliorato l’esperienza complessiva della navigazione in internet.

Detto questo, il tuo sito web è ottimizzato per la ricerca semantica? In caso contrario, è probabile che non sia o che presto non verrà più visualizzato nella prima pagina dei risultati di ricerca per le parole chiave o le frasi di destinazione per te più performanti. Ottimizzare un sito web e mantenerlo aggiornato in base ai numerosi algoritmi di Google richiede tempo, pazienza e impegno… quindi o ti metti d’impegno oppure c’è Forlani Studio, pronto ad aiutarti.

» Posizionamento e ottimizzazione siti web

Condividi il post