scelta del font
Forlani Studio

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Questione di Carattere: un font per il destino di un’azienda2 min read

Chiunque abbia oggi a che fare con un computer si trova a dover effettuare una scelta su quale carattere utilizzare nello scrivere un testo. Per chi lavora nel settore grafico, la scelta è abbastanza complessa e dettata da diverse logiche; mentre spesso per chi non ha nessuna cultura in merito, la scelta è del tutto casuale.

Dietro la creazione di un font (il cosiddetto lettering) c’è un lavoro lungo e meticoloso in cui sono necessarie competenze tecniche oltre che creative. Un font può riferirsi a modelli classici o seguire suggestioni visive contemporanee: ce ne sono veramente di tutti i tipi. La scelta del carattere giusto non deve rispondere solo a questioni di estetica o di espressione visiva; bisognerebbe invece chiedersi sempre quale è la sua destinazione d’uso e quale sensazione deve percepire chi lo vede.

Abbiamo usato volutamente il termine vedere, invece di leggere, perché prima di tutto il testo è un immagine (composta da pieni e vuoti) che suscita determinate sensazioni.

Il font: le caratteristiche

La prima grande distinzione che si dovrebbe fare è fra i caratteri graziati ed i caratteri bastone. I primi sono nati con una funzione spiccatamente editoriale, in quanto le grazie agevolano una lettura scorrevole (per esempio il Times). I caratteri bastone sono invece privi di grazie e spesso usati per i titoli e per la pubblicità (per esempio il Futura). Poi nell’era digitale, esistono dei caratteri nati esclusivamente per l’utilizzo su video, media e web. Dato che la lettura a monitor risulta più faticosa e più lenta (circa del 25%) rispetto alla carta, designer e progettisti hanno dovuto trovare dei modi che potessero bilanciare queste difficoltà e quindi sono nati font bastoni studiati esclusivamente per questo: Arial, Verdana, Trebuchet, Tahoma, Georgia, Chicago.

All’interno della famiglia di font ci possono essere diversi varianti:

  • di forma (tondo o corsivo)
  • di spessore (light, roman, bold, black, extrablack)
  • di proporzione (extra condensed, condensed, normale, esteso).
Molte famiglie di font hanno oltre 10 varianti al proprio interno!

Uno di un carattere rispetto ad un altro

L’uso di uno stile piuttosto che un altro determina sensazioni diverse: ad un carattere leggero (light / thin) associamo leggerezza, delicatezza, eleganza, silenzio; ad un carattere più pesante (bold / extrabold / black) forza, robustezza, solidità. In un testo utilizzeremo il bold per evidenziare frasi o parole in particolare, il corsivo per vocaboli stranieri, citazioni, didascalie, ecc… Ma è bene usare i vari stili con molta attenzione per non compromettere la leggibilità del testo. Capite bene quindi come nella creazione di un logotipo, la scelta del carattere faccia proprio la differenza!

A tal proposito vedete degli esempi qui per capire come il Comic Sans, il font della Microsoft più usato dagli “inesperti” e più odiato dagli addetti ai lavori, possa determinare drasticamente la qualità di un progetto. Noi proporremmo una petizione per abolirlo. Immaginate un mondo senza Comic Sans!

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