Chiunque abbia oggi a che fare con un computer si trova a dover effettuare una scelta su quale carattere utilizzare nello scrivere un testo. Per chi lavora nel settore grafico, la scelta è abbastanza complessa e dettata da diverse logiche; mentre spesso per chi non ha nessuna cultura in merito, la scelta è del tutto casuale.
Dietro la creazione di un font (il cosiddetto lettering) c’è un lavoro lungo e meticoloso in cui sono necessarie competenze tecniche oltre che creative. Un font può riferirsi a modelli classici o seguire suggestioni visive contemporanee: ce ne sono veramente di tutti i tipi. La scelta del carattere giusto non deve rispondere solo a questioni di estetica o di espressione visiva; bisognerebbe invece chiedersi sempre quale è la sua destinazione d’uso e quale sensazione deve percepire chi lo vede.
Abbiamo usato volutamente il termine vedere, invece di leggere, perché prima di tutto il testo è un immagine (composta da pieni e vuoti) che suscita determinate sensazioni.
Il font: le caratteristiche
La prima grande distinzione che si dovrebbe fare è fra i caratteri graziati ed i caratteri bastone. I primi sono nati con una funzione spiccatamente editoriale, in quanto le grazie agevolano una lettura scorrevole (per esempio il Times). I caratteri bastone sono invece privi di grazie e spesso usati per i titoli e per la pubblicità (per esempio il Futura). Poi nell’era digitale, esistono dei caratteri nati esclusivamente per l’utilizzo su video, media e web. Dato che la lettura a monitor risulta più faticosa e più lenta (circa del 25%) rispetto alla carta, designer e progettisti hanno dovuto trovare dei modi che potessero bilanciare queste difficoltà e quindi sono nati font bastoni studiati esclusivamente per questo: Arial, Verdana, Trebuchet, Tahoma, Georgia, Chicago.
All’interno della famiglia di font ci possono essere diversi varianti:
- di forma (tondo o corsivo)
- di spessore (light, roman, bold, black, extrablack)
- di proporzione (extra condensed, condensed, normale, esteso).
Uno di un carattere rispetto ad un altro
L’uso di uno stile piuttosto che un altro determina sensazioni diverse: ad un carattere leggero (light / thin) associamo leggerezza, delicatezza, eleganza, silenzio; ad un carattere più pesante (bold / extrabold / black) forza, robustezza, solidità. In un testo utilizzeremo il bold per evidenziare frasi o parole in particolare, il corsivo per vocaboli stranieri, citazioni, didascalie, ecc… Ma è bene usare i vari stili con molta attenzione per non compromettere la leggibilità del testo. Capite bene quindi come nella creazione di un logotipo, la scelta del carattere faccia proprio la differenza!
A tal proposito vedete degli esempi qui per capire come il Comic Sans, il font della Microsoft più usato dagli “inesperti” e più odiato dagli addetti ai lavori, possa determinare drasticamente la qualità di un progetto. Noi proporremmo una petizione per abolirlo. Immaginate un mondo senza Comic Sans!